Verdi e i censori: Traviata in abiti contemporanei

Nella battaglia fra Verdi e i censori, i benpensanti o semplicemente gli stupidi, finalmente c’è qualcuno che si schiera dalla parte di Verdi. Il quale voleva la sua Traviata in abiti contemporanei,  perché come storia contemporanea era stata pensata, e si arrabbiò moltissimo quando si rivelò troppo forte per l’ipocrisia borghese coeva e la si dovette retrodatare a uno stile Reggenza (fra i Luigi XIV e XV) che sfigurò l’opera fino agli inizi del Novecento, come testimoniano innumerevoli foto di scena. E’ lo stesso stridente scarto fra il messaggio dell’opera e la sua rappresentazione che si verifica oggi quando vediamo Traviata in costumi Ottocento, con le crinoline e i frac. E’ lo stesso che, bambini, ci rendeva incomprensibile l’opera: ma perché, ci si chiedeva nella beata ingenuità dell’età, quel signore anzianotto fa tutta quell’iraddiddio se suo figlio vuole sposare quella bella signora, così chic, che vive in uno splendido palazzo e (apparentemente) non fa che stappare bottiglie di champagne insieme ad amici eleganti quanto lei?

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Milano – Teatro dei Filodrammatici: La Traviata

Posto il fatto che comunque Gianmaria Aliverta dà il meglio di sè se si può esprimere libero da schemi dettati dalla tradizione, anche “la Traviata” andata in scena il 17 Aprile u.s. al Teatro Filodrammatici di Milano è stato uno spettacolo godibilissimo e di buon gusto.

Nell’angusto spazio fornito dal palcoscenico dei Filodrammatici, la facevano da padrone i bellissimi costumi settecenteschi artigianali ideati e materialmente realizzati dal bravissimo Simone Martini che con soli 500 euro ha fatto, a mio avviso, miracoli. Continua a leggere

“La Traviata” diretta da Gianmaria Aliverta al Filodrammatici di Milano

L’Associazione VoceAllOpera porta in scena La traviata di Giuseppe Verdi, opera d’immortale bellezza e attualità, nel centro di Milano, al Teatro Filodrammatici giovedì 16, venerdì 17 e sabato 18 Aprile 2015. In questa occasione VoceAllOpera lancia una sfida al suo pubblico e a se stessa, proponendo due diversi allestimenti in tre rappresentazioni.
La prima e l’ultima recita (giovedì 16 e sabato 18) vedranno messa in scena la musica della prima versione assoluta dell’opera, quella del 1853, abbinata a un allestimento attualissimo e di forte impatto, che avrà come protagonisti tre giovani interpreti al debutto, selezionati nelle audizioni di dicembre 2014:Federica Vitali (Violetta Valery), Oreste Cosimo (Alfredo Germont), Giovanni Tiralongo (Giorgio Germont).

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GIANMARIA ALIVERTA: IL MIO SOGNO PIÙ GRANDE? L’OPERA UN’ARTE POPOLARE

I puristi dell’opera che si “scontrano” per la prima volta con la tua regia potrebbero ricevere uno shock, non solo per i colpi di pistola a salve della scena. Semplice esigenza o raffinata provocazione?

Non si tratta di una provocazione nei confronti di nessuno. E’ un po’ come quando uno chef rielabora un piatto della tradizione e lo fa in modo differente per esaltarne tutte le componenti: non lo fa per fare un affronto ai puristi della cucina tradizionale, ma solo per servire ai commensali un qualcosa di diverso. Continua a leggere

Dittico La voix humaine e Cavalleria rusticana

Conti alla mano: il dittico La voix humaine e Cavalleria rusticana, proposto per tre recite al milanese Teatro Filodrammatici, di fianco al Teatro alla Scala, è costato in tutto 8.968 euro. Operazione integralmente autogestita (unico sponsor la dottoressa Maria Candida Morosini) ha avuto il maggior costo, ovviamente, nel noleggio del teatro, 4.700 euro per tre sere ed è stata contenuta in 3.000 euro per il rimborso spese, più che compenso, del cast e del direttore d’orchestra. Insomma l’opera low cost e ad ogni costo, autogestita da giovani, proposta con giovani promesse scelte in audizioni. Il regista Gianmaria Aliverta non demorde ed è stato “premiato” da due importanti ingaggi: al prossimo Festival di Martina Franca curerà una riduzione de L’incoronazione di Poppea e per il Teatro La Fenice, a Venezia, sarà impegnato nel prossimo mese di ottobre in un dittico di due atti unici, tra cui La voix humaine che ha presentato ora e per la prima volta a Milano. Un’originale regia, con finale a sorpresa come in un film giallo, laddove di azione proprio non ce n’è. Protagonista la valente ed intensa Ginevra Schiassi. Con Cavalleria rusticana si torna nell’alveo di una tradizione meridionale rivisitata nei tempi attuali, con un Alfio (ottimo il baritono coreano Hyun Kyu Ra) di stampo mafioso, una Lola procace e “stile Gomorra” (perfetta nella parte Elena Caccamo in tutto simile alla almodovariana Rossy De Palma) una passionale Santuzza (la promettente Marina Gubareva, soprano russo di bella voce lirica) un  Turiddu particolarmente truzzo, assolutamente in parte e ben cantato dal tenore Alessandro Mundula ed infine una Mamma Lucia dal timbro scuro e contrantile, Chiara Albano. Continua a leggere

Milano – Teatro Filodrammatici: La voix humaine – Cavalleria Rusticana

Abbinamento alquanto insolito quello del dittico presentato dalla stagione Lirica di VoceAllOpera al Teatro Filodrammatici di Milano: “La voix humaine” di F. Poulenc e “Cavalleria Rusticana” di P. Mascagni. Denominatore comune per due opere così diverse è la passione amorosa che fa perdere lucidità quando non corrisposta; quella passione che uccide. Continua a leggere

Un Barbiere da tre soldi

La ricetta è semplice: dose che rasenta l’incoscienza d’entusiasmo, amore incondizionato per l’opera, studio indefesso pervicace… zero soldi! Per la seconda stagione al milanese Rosetum, centro culturale inaugurato nel 1957 da Maria Callas, si imbastisce una stagione d’opera che risponde pure alla richiesta giovanile. Uno spettacolo nello spettacolo vedere ragazzi che si apprestano per la prima volta, anche rumorosamente facendo commenti ed apprezzamenti a voce alta, all’ascolto di un’opera. Continua a leggere

Voglia di melodramma

Gli ingredienti per un discorso che qualcuno potrebbe definire populista ci sono tutti. Ci sono la periferia, la giovane età di quasi tutti i partecipanti al progetto, la scarsità di mezzi perfettamente bilanciati dall’entusiasmo e dalla voglia di vincere una sfida, di dimostrare, non al mondo ma a se stessi, che quando la voglia di fare prevale sulla voglia di piangersi addosso non ci sono limiti che non si possano superare. Come se tutto ciò non bastasse, c’è anche una mescolanza di etnie particolarmente stimolante (sia in scena che in platea).

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