Ed eccoci di nuovo a parlare di VoceAllOpera. Di questo straordinario fenomeno nato quasi in sordina in un teatro parrochiale e periferico milanese ed assurto ormai definitivamente alla fama internazionale, al riconoscimento ufficiale d’istituzioni di primaria importanza quali il Festival della Valle d’Itria, il Teatro La Fenice e a momenti il Maggio Musicale Fiorentino. L’inarrestabile ascesa di Mister Aliverta, cameriere di una pizzeria sulle rive del lago Maggiore d’estate e produttore, regista d’opera in bassa stagione. Inventore dell’opera “low cost” che col suo entusiasmo, i suoi inarrestabili, ed irresponsabili, volontà e coraggio, vuole fare l’opera per i giovani, con i giovani a tutti i costi, ma con un budget dichiarato e pubblicato che non sfori la manciata di euro: duemila nel caso di questoElisir andato in scena per una sola recita pomeridiana al Teatro Nuovo, in piazza San Babila a Milano, in pieno centro ed in piena Expo, ma senza avvantaggiarsi di un solo euro di contributo pubblico. Con il solo sponsor della fata madrina: la Dottoressa Carla Morosini. Una “fata Smemorina“, di disneyana memoria, che di attenzioni per questi giovani rampolli della lirica ne ha tante, non solo in fatto di monetizzazione, bensì mettendo a disposizione casa e cascina, foraggiandoli e addirittura nutrendoli: prendessero esempio le tante damazze, non solo e lombarde e la “bella gente” che frequenta assiduamente la Scala e che d’estate si spinge a Salisburgo.
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