VoceAllOpera approda anche all’estero eccoci su ÓPERA ACTUAL rivista lirica Spagnola

TRADUZIONE:
“Gianmaria Aliverta da tre anni a questa parte sta dimostrando che si può fare l’opera senza soldi. L’artista si canta in diversi cori e fa pure il cameriere per racimolare il denaro che poi spende nelle sue produzioni low cost. I risultati, che hanno carpito l’interesse di tutti i mezzi milanesi di comunicazione, gli hanno garantito un contratto al prossimo Festival di Martina Franca, dove curerà la regia de L’incoronazione di Poppea, e inoltre due nuove produzioni al veneziano Teatro La Fenice.

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I due piani dell’interessante “La Traviata” di Gianmaria Aliverta: Violetta e la società…

Sempre presso il Teatro dei Filodrammatici di Milano ha avuto luogo l’ultima proposta della stagione lirica di VoceAllOpera. La traviata di Verdi per nostro gusto è sempre speciale per le magnifiche musiche e per il libretto ricco e appassionato, non per nulla è forse l’opera più rappresentata al mondo. La tipicità della versione diretta da Gianmaria Aliverta è l’essersi focalizzata, tratteggiandola in modo particolareggiato, sulla società traviata, anche se il regista non ha mai tralasciato l’approfondimento della psicologia dei vari personaggi. Nella sua attualizzazione dell’opera, infatti, si fa guidare da alcune domande: E oggi chi potrebbe essere ”La Traviata”? Una escort che concede i propri servizi in cambio di qualche migliaia di euro? O chi quelle IMG_6096migliaia di euro li usa per pagarla? È “traviata” una donna figlia di una società dai facili consumi? O figlia della morale retorica? E nel lavorare sul testo si accorge di quante poche differenze ci siano, in realtà, fra quello che ci racconta l’opera e uno spaccato della società contemporanea.

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Verdi e i censori: Traviata in abiti contemporanei

Nella battaglia fra Verdi e i censori, i benpensanti o semplicemente gli stupidi, finalmente c’è qualcuno che si schiera dalla parte di Verdi. Il quale voleva la sua Traviata in abiti contemporanei,  perché come storia contemporanea era stata pensata, e si arrabbiò moltissimo quando si rivelò troppo forte per l’ipocrisia borghese coeva e la si dovette retrodatare a uno stile Reggenza (fra i Luigi XIV e XV) che sfigurò l’opera fino agli inizi del Novecento, come testimoniano innumerevoli foto di scena. E’ lo stesso stridente scarto fra il messaggio dell’opera e la sua rappresentazione che si verifica oggi quando vediamo Traviata in costumi Ottocento, con le crinoline e i frac. E’ lo stesso che, bambini, ci rendeva incomprensibile l’opera: ma perché, ci si chiedeva nella beata ingenuità dell’età, quel signore anzianotto fa tutta quell’iraddiddio se suo figlio vuole sposare quella bella signora, così chic, che vive in uno splendido palazzo e (apparentemente) non fa che stappare bottiglie di champagne insieme ad amici eleganti quanto lei?

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