MILANO: IL BARBIERE DI SIVIGLIA – Giovanni Paisiello

Attivo dal 2011, quando era ancora uno sbarbatello tenore 25enne, Gianmaria Aliverta, ormai barbuto come un novello Socrate appena 32enne è giunto passin passetto alla quinta stagione di VoceAllOpera società “monoprofessionale”, si direbbe in termini ippocratici, ormai nota all’universo ed in altri siti (specie quelli web popolati da giovani rampanti ben più del calvinesco barone) per le produzioni Low Cost di titoli d’opera che lo hanno imposto all’attenzione dei media nazionali ed esteri, curiosi di seguire l’evoluzione di questa sfida fatta di pochi spiccioli ma tanto, tantissimo entusiasmo ed amore per la musica e l’opera. Continua a leggere

VI RACCONTO UNA FAVOLA

Il lettore attento sa che non sono nuovo nell’accomunare due recensioni, specie se le recite si susseguono in meno di 24 ore come è appunto il caso.

La sera di venerdì 11 a Milano, nel per me nuovo spazio del Teatro “la barca” in zona Porta Genova, si è trattato di Bastien und Bastienne, il primo Singspiel composto a soli 12 anni da Mozart. La tradizione vuole che gli fosse commissionato nientemeno dal leggendario medico ed ipnotizzatore Franz Anton Mesmer, quello della “pietra mesmerica” usata da Despina in maschera di medico, per intenderci. Così fosse, la prima esecuzione assoluta avvenne nel giardino della sua villa viennese il 1° ottobre del 1768. Sabato 12 pomeriggio, invece, mi sono spinto alla volta di Firenze, fino al minuscolo e quasi nascosto Teatro Goldoni, per la nona di dieci recite di Hansel e Gretel. Operina – si fa per dire, perché qui se n’è offerta una versione assai accorciata con organico orchestrale ridotto, ma in realtà vi fa capolino il Parsifal alla cui stesura finale collaborò attivamente Humperdinck – concepita per allietare e tener buoni i nipotini in salotto, rivelatasi poi l’autentico capolavoro del fedelissimo wagneriano. Continua a leggere

ELISIR D’AMORE Milano 26 Ottobre 2015

Ed eccoci di nuovo a parlare di VoceAllOpera. Di questo straordinario fenomeno nato quasi in sordina in un teatro parrochiale e periferico milanese ed assurto ormai definitivamente alla fama internazionale, al riconoscimento ufficiale d’istituzioni di primaria importanza quali il Festival della Valle d’Itria, il Teatro La Fenice e a momenti il Maggio Musicale Fiorentino. L’inarrestabile ascesa di Mister Aliverta, cameriere di una pizzeria sulle rive del lago Maggiore d’estate e produttore, regista d’opera in bassa stagione. Inventore dell’opera “low cost” che col suo entusiasmo, i suoi inarrestabili, ed irresponsabili, volontà e coraggio, vuole fare l’opera per i giovani, con i giovani a tutti i costi, ma con un budget dichiarato e pubblicato che non sfori la manciata di euro: duemila nel caso di questoElisir andato in scena per una sola recita pomeridiana al Teatro Nuovo, in piazza San Babila a Milano, in pieno centro ed in piena Expo, ma senza avvantaggiarsi di un solo euro di contributo pubblico. Con il solo sponsor della fata madrina: la Dottoressa Carla Morosini. Una “fata Smemorina“, di disneyana memoria, che di attenzioni per questi giovani rampolli della lirica ne ha tante, non solo in fatto di monetizzazione, bensì mettendo a disposizione casa e cascina, foraggiandoli e addirittura nutrendoli: prendessero esempio le tante damazze, non solo e lombarde e la “bella gente” che frequenta assiduamente la Scala e che d’estate si spinge a Salisburgo.

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Venezia IL DIARIO DI UNO SCOMPARSO – Leos Janacek LA VOIX HUMAINE – Francis Poulenc

Teatro La Fenice offre in questi giorni un inusuale dittico, assemblando due titoli e due stili che, seppur quasi contemporanei, distano tra loro per sensibilità, tematica e stile compositivo. Non si vuole in questa breve cronaca entrare nella disanima delle due pieces, Il diario di uno scomparso del ceco Leos Janacek, ciclo di liriche pensato per voce di tenore, con la partecipazione di un contralto, tre voci femminili fuori scena a mo’ di coro e con il solo accompagnamento pianistico, composto tra il 1917 ed il ‘19 e la più frequentata La voix humaine, di Francis Poulenc nel 1958. Continua a leggere

Festival della Valle d’Itria – Martina Franca L’INCORONAZIONE DI POPPEA 29-07-2015

Il chiostro di San Domenico, sede dell’accademia del Belcanto Rodolfo Celletti, ha fatto da splendida cornice a questa bella messa in scena del capolavoro di Claudio Monteverdi dove il direttore d’orchestra e maestro al cembalo Antonio Greco ha diretto l’ensemble strumentale “Cremona Antiqua”, per la prima volta presente a Martina Franca, riuscendo a ricreare le atmosfere del periodo del compositore, quando queste opere venivano rappresentate non nei teatri bensì nelle corti dei palazzi signorili. La sua direzione è indubbiamente filologica, sebbene per motivi drammaturgici la partitura sia stata ridotta di un buon terzo, e abbia spesso indugiato in tempi allargati a discapito del ritmo teatrale. Il continuo cambio di strumenti da parte degli orchestrali ha creato un po’ di confusione, catturando a volte l’attenzione dello spettatore a discapito dell’azione drammaturgica, visto che l’orchestra è stata integrata nella scena ed era rivolta verso il pubblico. Comunque il Maestro Greco è riuscito a sostenere una compagnia di cantanti molto giovani, alcuni debuttanti, che hanno dimostrato un alto livello.

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Dittico La voix humaine e Cavalleria rusticana

Conti alla mano: il dittico La voix humaine e Cavalleria rusticana, proposto per tre recite al milanese Teatro Filodrammatici, di fianco al Teatro alla Scala, è costato in tutto 8.968 euro. Operazione integralmente autogestita (unico sponsor la dottoressa Maria Candida Morosini) ha avuto il maggior costo, ovviamente, nel noleggio del teatro, 4.700 euro per tre sere ed è stata contenuta in 3.000 euro per il rimborso spese, più che compenso, del cast e del direttore d’orchestra. Insomma l’opera low cost e ad ogni costo, autogestita da giovani, proposta con giovani promesse scelte in audizioni. Il regista Gianmaria Aliverta non demorde ed è stato “premiato” da due importanti ingaggi: al prossimo Festival di Martina Franca curerà una riduzione de L’incoronazione di Poppea e per il Teatro La Fenice, a Venezia, sarà impegnato nel prossimo mese di ottobre in un dittico di due atti unici, tra cui La voix humaine che ha presentato ora e per la prima volta a Milano. Un’originale regia, con finale a sorpresa come in un film giallo, laddove di azione proprio non ce n’è. Protagonista la valente ed intensa Ginevra Schiassi. Con Cavalleria rusticana si torna nell’alveo di una tradizione meridionale rivisitata nei tempi attuali, con un Alfio (ottimo il baritono coreano Hyun Kyu Ra) di stampo mafioso, una Lola procace e “stile Gomorra” (perfetta nella parte Elena Caccamo in tutto simile alla almodovariana Rossy De Palma) una passionale Santuzza (la promettente Marina Gubareva, soprano russo di bella voce lirica) un  Turiddu particolarmente truzzo, assolutamente in parte e ben cantato dal tenore Alessandro Mundula ed infine una Mamma Lucia dal timbro scuro e contrantile, Chiara Albano. Continua a leggere