TRADUZIONE:
“Gianmaria Aliverta da tre anni a questa parte sta dimostrando che si può fare l’opera senza soldi. L’artista si canta in diversi cori e fa pure il cameriere per racimolare il denaro che poi spende nelle sue produzioni low cost. I risultati, che hanno carpito l’interesse di tutti i mezzi milanesi di comunicazione, gli hanno garantito un contratto al prossimo Festival di Martina Franca, dove curerà la regia de L’incoronazione di Poppea, e inoltre due nuove produzioni al veneziano Teatro La Fenice.
Al Teatro Filodrammatici, al fianco proprio della Scala, ha offerto questa Traviata presentata in due versioni: la prima del 1853, con un allestimento moderno e molto azzardato, la versione abituale del 1854, con costumi del secolo XVIII e molto classica. Una sfida per raggiungere tutti i pubblici possibili e una prodezza che nemmeno i grandi teatri oserebbero compiere.
Scelti mediante audizioni pubbliche, gli artisti della compagnia sono quasi tutti sotto i trenta anni d’età. L’orchestra è ridotta ad un terzetto di corde e pianoforte, dove stava seduto il Maestro Damiano Cerutti, che ha pure preparato il coro. La direttrice è stata una molto valida Margherita Colombo. Nella versione 1853 è emersa la straordinaria Violetta di Federica Vitali, di soli 26 anni e già interprete matura, Mi bemolle compreso. Molto bene i due maschietti: Oreste Cosimo, promettente tenore già sotto contratto nel coro della Scala, e il baritono Giovanni Tiralongo.
Successo rovente con una notevole presenza di giovani. Esauriti i biglietti – offerti pure a prezzi low cost- in tutte e tre le recite.”
ANDREA MERLI su Operactual
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