In attesa del Maggio Musicale — un’edizione che si prospetta per la verità motto adotta all’osso —, l’Opera di Firenze ha concluso in bellezza la sua stagione lirica con due produzioni che hanno riscosso un buon successo di pubblico. Al Teatro Goldoni si è tenuta una versione italiana (rifacimento drammaturgico e versione ritmica di Lorenzo Arruga) dell’Hansel e Gretel di Engelbert Humperdinck, realizzata in collaborazione con l’Accademia del Maggio e il Conservatorio “Cherubini’. di Firenze, che ha mietuto dieci recite di fila con un’entusiasta risposta di pubblico, soprattutto di giovanissimi. Si è trattata in effetti di un’edizione ben riuscita sotto tutti i profili, vuoi per l’accuratezza dell’esecuzione, diretta con sensibilità da Farhad G. Mahani dal podio dell’Orchestra del Conservatorio Cherubini, in grado di restituire la dimensione cameristica per non dire laminare’ dell’opera, vuoi per la messinscena di Gianmaria Aliverta, giustamente fiabesca e poetica. In una cornice stilizzata ma piena di colori e di idee, firmata per le scene da Alessia Colosso, per i costumi dallo stesso Aliverta in coppia con Simone Martini e per le luci da Adriana Renna, lo spettacolo si è fatto ammirare per la freschezza e per il ritmo della narrazione, brillante senza cadere in eccessi caricaturali, favolisti. senza zuc-cherosità compiacenti. Motto in parte e ben assortita la compagnia di canto, che in uno dei due cast si è segnalata per l’Hansel disinvolto e dal bel colore mezzosopranile di Ana Vittoria P., per la gradevolissima Gretel di Francesca Longari, per l’incisivo e accaniva. Padre (in questa versione dalla colorita parlata lombarda) di Dado Shikhmiri, per la Madre della corretta Eunhee Kim e per il delicato Sandmann di Dioldea Ho.. Su tutti ha fatto la parte del Blatta.re il sempreverde Chris Merritt, che con la sua vocalità ampia e ancora lucente ha caratterizzato un’impensabile e gustosissima Strega in versione Platinette, guadagnandosi un successo personale insieme a quello di tutta la compagnia, dell’orchestra e del Coro delle voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino.
DAVIDE ANNACHINI su L’Opera
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