Abbado, che a 35 anni fece rinascere la Scala

Claudio Abbado, uno tra i più grandi direttori d’orchestra del mondo, se n’è andato.
Milanese di nascita e formazione, classe 1933, Abbado fu nominato direttore musicale di uno dei più importanti teatro lirico del mondo, il teatro Alla Scala di Milano, a 35 anni.


Nel giro di pochi anni, assieme al nuovo direttore artistico Paolo Grassi, fa rinascere il teatro. Lui e Grassi seguono un’autentica ricerca riscoprendo pagine inedite e opere fino ad allora ritenute minori, come “Il viaggio a Reims” di Rossini.
Mentre la sua carriera andava sempre più veloce in Europa e in tutto il mondo, il suo occhio era sempre attento alla divulgazione della musica tra giovani e categorie socialmente più svantaggiate (con aperture della Scala a studenti e lavoratori, laboratori di canto corale per i detenuti). Intuiva i talenti nascosti tra i giovani, creando la Filarmonica del Teatro alla Scala prima e numerose orchestre un po’ in ogni Paese, in seguito. Era convinto che solo con la cultura i giovani e le popolazioni tutte potessero prendere consapevolezza del loro essere sulla terra nel rispetto reciproco.
L’umanità del maestro è sempre andata di pari passo con la sua attività musicale. Fortissimo il suo impegno ambientalista, nei fatti: famoso l’episodio del compenso che gli era stato offerto per tornarea dirigere il Teatro Alla Scala e che lui rifiutò interamente, chiedendo all’allora sindaco Moratti di piantare in cambio 90 mila alberi a Milano. Nel 2013, a definitiva conferma delle sue straordinarie qualità professionali e umane, viene nominato Senatore a vita da Giorgio Napolitano.
Anche l’Associazione culturale VoceAllOpera, di cui faccio parte, vuole ricordare il Maestro. L’8 febbraio partirà con Il Barbiere di Siviglia la stagione lirica organizzata con il Teatro Rosetum di Milano, impegnata a dare un’occasione ai giovani cantanti. In linea con Abbado, si penserà pure all’ambiente: scene e costumi sono realizzati con materiale riciclato. Non solo c’è anche l’idea di dare una possibilità di reintegro sociale ai detenuti del carcere di Monza che, con la falegnameria Legnamée, hanno costruito le scenografie. Nel loro piccolo VoceAllOpera e teatro Rosetum idealmente dedicano così tutta la stagione ad Abbado.

GIANMARIA ALIVERTA

Volevo ricordare anch’io in questo blog uno degli uomini che hanno fatto grande (davvero) l’Italia. Ospito quindi con piacere l’intervento di VoceAllOpera. Per ricordarci i miracoli (veri) si possono fare, anche in questo Paese. Se volete ricordare anche voi Abbado, scrivetelo nei commenti al post, qui sotto, sul mio account Twitter DiariodiAdamo, sul mio Facebook o sulla mia email mgamba@condenast.it.

Matteo Gamba su VanityFair